PANORAMICA SULLA REGIONE LOGISTICA MILANESE

Panoramica sulla Regione Logistica Milanese

Una nuova indagine comparativa fa il punto sullo stato del cluster lombardo

Digitalizzazione e informatizzazione: queste le sfide maggiori del settore logistico per i prossimi anni secondo quanto emerso dalla ricerca realizzata dal Centro sulla logistica e il Supply Chain Management della LIUC Business School in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Alsea nell’ambito del progetto Regional Logistics Performance, La Regione Logistica Milanese e l’Europa a confronto.

Lo studio, condotto a distanza di 10 anni dalla prima analoga indagine datata 2010 e presentato lo scorso giugno, effettua un’analisi comparativa tra la Regione Logistica Milanese, area italiana di spicco per il settore comprendente la Lombardia, la provincia di Novara e la provincia di Piacenza e gli altri punti nevralgici europei selezionati: Catalogna, West Netherlands, Île de France e Baviera. 

Prestazioni e competitività delle cinque macro aree sono state valutate in funzione dei processi doganali, dell’offerta dei servizi logistici, della connessione ai mercati internazionali, del monitoraggio delle spedizioni e dell’affidabilità della consegna. L’analisi è stata elaborata attraverso l’impiego di 24 Logistics Performance Index, indici di competitività predisposti dalla finlandese Turku School of Economics, suddivisi in tre dimensioni:

  • Costo del fare logistica, in funzione del valore dei fattori produttivi alla base dei servizi logistici;
  • Efficienza e competitività, in funzione della capacità di attrarre attività imprenditoriali, fattori produttivi e capitali;
  • Accessibilità e connettività, in funzione del grado di connessione col territorio regionale, continentale e internazionale.

L’esito dell’indagine attesta la RLM al primo posto per il costo del fare logistica, punteggio determinato dalla convenienza degli affitti per i magazzini, ma solo al quarto considerando la totalità degli indicatori presi in esame. Sul podio più alto l’area del West Netherlands.

La ricerca permette di indagare quelle che secondo i partecipanti al sondaggio rappresentano le maggiori criticità del sistema logistico lombardo, tra cui:

  • Problemi infrastrutturali: nonostante i numerosi interventi stradali e ferroviari abbiano inciso sulla riduzione dei tempi di percorrenza, la RLM risulta ancora poco dotata rispetto agli altri regional cluster; 
  • Costi del sistema logistico: a causa della minore intensità di traffico e relazioni internazionali, i costi del trasporto aereo da Malpensa risultano del 40% superiori rispetto a quelli dell’aeroporto di Monaco di Baviera;
  • Complessità burocratica: la competitività della RLM risente dei tempi di sdoganamento ampi e della burocrazia poco flessibile;
  • Deficit tecnologici: ancora poche le aziende che investono in modo strutturale nella digitalizzazione dei processi.

Secondo gli addetti ai lavori la sfida maggiore per il futuro del settore è proprio la digitalizzazione in quanto alle trasformazioni già in atto, determinate dalla logistica 4.0, si sommeranno i cambiamenti derivanti dalla diffusione delle tecnologie emergenti, quali blockchain e 5G: per ottimizzare le attività o migliorare la competitività sarà fondamentale saper gestire l’informatizzazione dei processi. L’indagine annovera inoltre come cardinali le tematiche connesse alle problematiche geopolitiche, all’evoluzione dei trasporti e alla sostenibilità economico, sociale e ambientale.

IL MAGAZZINO DEL FUTURO È AUTOMATIZZATO

Il magazzino del futuro è automatizzato

Vantaggi e prospettive sull’impiego dei robot nella logistica

Connessione e IoT sono elementi chiave della competitività ed efficienza logistica: tracciabilità continua e trasparenza della catena di approvvigionamento sono solo alcuni dei vantaggi generati dalla digitalizzazione dei processi. Monitoraggio degli impianti, manutenzione dei macchinari, tracciamento dei prodotti, rifornimenti: le soluzioni delle tecnologie 4.0 offrono benefici e flessibilità al settore.

Cuore della logistica è il magazzino ed è in questo ambito che le innovazioni tecnologiche possono apportare migliorie significative, in particolare in direzione della sua automazione. I processi automatizzati permettono picking più veloci, una gestione ordini più precisa, maggiore sicurezza per il personale e per le merci stesse.

ABI Research prospetta la presenza nei magazzini di 4 milioni di robot entro il 2025 a livello mondiale, contro i 4.000 nel 2018, Interact Research prevede un incremento di fatturato del 12.6% dal 2018 al 2022: l’impiego della robotica potrebbe rappresentare una tendenza naturale dei prossimi anni per una gestione ottimale degli stock.

L’azienda danese di forniture all’ingrosso di attrezzature per il lavoro ICM rappresenta un esempio: l’intero flusso logistico per 31.000 pallet annuali è gestito da tecnologie e robot MiR. Ciò ha permesso di ottimizzare l’impiego delle risorse umane, realizzando un risparmio di significativo di ore lavorative, quantificate a 40 la settimana. Le movimentazioni sono automatiche e le informazioni da esse derivate vengono comunicate just in time, mentre il personale può dedicarsi ad attività più complesse. Anche la gestione degli spazi di magazzino, precedentemente affollato da impilatori manuali e ora dotato di percorsi dedicati alle tecnologie mobili, ha subito migliorie.

L’automazione incide in ogni fase logistica operativa, permette di integrare i dati di tracciabilità in tempo reale, consente la gestione di scorte e inventario, riduce il margine di errore negli stadi di stoccaggio e, soprattutto, porta a un incremento di velocità delle prestazioni di magazzino, fattore strategico nel determinare il grado di competitività aziendale.

IL POTENZIALE DELLE INNOVAZIONI WIRELESS PER LA LOGISTICA

Il potenziale delle innovazioni wireless per la logistica

Connettere tutti, tutto e ovunque: quali prospettive?

I possibili benefici generati dall’evoluzione del wi-fi in funzione delle esigenze del settore logistico costituiscono argomento di interesse diffuso: il potenziamento in termini di aumento di velocità e capacità della connettività a livello globale prospetta sviluppi interessanti. Il progresso delle tecnologie di rete garantirebbe la diffusione e la disponibilità della connessione, oggi largamente deficitaria in molte aree del mondo, influendo in particolare sul consolidamento della supply chain.

Rafforzare l’efficienza operativa, ampliare la visibilità delle merci in transito, accelerare i processi di automazione: le nuove tecnologie di comunicazione wireless possono orientare la trasformazione digitale in atto nella filiera logistica, in particolare permettendo un’applicazione efficacie su più vasta scala dei dispositivi IoT.

DHL analizza la situazione nel trend report recentemente pubblicato: Next-Generation Wireless in Logistics, dove prende in considerazione i vantaggi della connettività diffusa originata dal potenziamento delle diverse tecnologie di rete, da quelle impiegate per distanze corte a quelle globali, quali:

  • RFID: consentirà alle aziende una rilevazione del tracking di spedizioni e risorse più veloce e accurato.
  • NFC: una maggiore applicazione dello strumento fornirà alle aziende la possibilità di trasferire in modo sicuro i dati di monitoraggio semplicemente attraverso un cellulare.
  • BLUETOOTH LE: i beacon Blutetooth garantiranno comunicazioni più efficaci tra infrastrutture, risorse, spedizioni.
  • WI-FI 6: il potenziamento e l’ampliamento della capacità della rete porterà a processi di magazzino sempre più automatizzati ed efficienti.
  • 5G: la velocità e la capacità della tecnologia avranno una funzione chiave per l’automazione e faciliteranno l’iperconnessione delle sedi logistiche.
  • LPWAN: la tecnologia di rete, economica e con un raggio d’azione ampio, permetterà una maggiore connessione e un’efficiente applicazione di risorse wireless
  • LPGAN: l’utilizzo di satelliti ne incrementerà il potenziamento permettendo il raggiungimento delle aree più remote

Connettere tutti, tutto e ovunque potrebbe favorire la risoluzione di alcuni dei problemi del settore, quali la visibilità lungo la supply chain e la frammentarietà delle informazioni rilevate: il più accurato tracciamento delle merci in transito internazionale e il monitoraggio istantaneo delle operazioni attraverso l’IoT garantirebbero una maggiore trasparenza e chiarezza. Inoltre sistemi di rete solidi e veloci potrebbero agevolare la realizzazione di soluzioni innovative con l’applicazione dell’intelligenza artificiale, realtà aumentata e trasporti con veicoli e dispositivi autonomi.

TECNOLOGIA BLOCKCHAIN E LOGISTICA

Tecnologia Blockchain e logistica

La situazione in Italia

L’adozione della Blockchain in ambito logistico procede lentamente, nonostante i possibili vantaggi: dalla tracciabilità alla velocità, dalla riduzione dei costi alla sicurezza del carico. Che sia a causa della scarsa dimestichezza con le nuove tecnologie o per mancata fiducia nei confronti di un ambito innovativo ancora non pienamente maturo, i progetti innovativi attualmente in essere sono poco numerosi, da considerare sperimentali: se un’analisi puntuale sui possibili benefici sarebbe prematura appare comunque interessante monitorare l’evoluzione della situazione.

Secondo l’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano nel 2019 a livello mondiale è stato riscontrato un incremento di avviamento di progetti inerenti all’impiego della Blockchain del 56% rispetto all’anno precedente. Si tratterebbe per lo più di sperimentazioni e annunci: i piani effettivamente implementati sono 158, di cui 11 nel settore logistico. Una cifra di per sé esigua, ma rappresentativa di un ambito in espansione, in particolare considerando che in 31 casi la tecnologia è stata applicata in funzione delle esigenze della supply chain.

Tra i paesi europei che denotano maggiore interesse alla risorsa va annoverata l’Italia, dove gli investimenti non paiono ancora sostanziali, ma sono in netta crescita. Tra le difficoltà che alimentano una mancata fiducia nello strumento innovativo una diffusa carenza di consapevolezza: poche le aziende che conoscono la tecnologia e i possibili benefici, soprattutto fra le realtà medio-piccole. Le società italiane che hanno esperienza con la Blockchain hanno riscontrato:

  • Miglioramento del rapporto con partner e fornitori
  • Riduzione di manipolazione di dati e frodi
  • Benefici nella riconciliazione di dati e pagamenti
  • Maggior fiducia da parte dei clienti
  • Automatizzazione dei processi

Un esempio di applicazione recente in ottica di ottimizzazione dei processi gestionali della supply chain arriva da Marelli che ha adottato la tecnologia Blockchain per collegare gli impianti di fornitori e produttori con sede in diverse parti del mondo. Insieme a BMW Group è stata sviluppata l’applicazione PartChain, sperimentata in primo luogo con un’attività pilota di fornitura componenti. L’app ha permesso di connettere 5 stabilimenti allocati in 5 paesi diversi, dal Messico alla Germania, e di gestire agevolmente una mole di un centinaio di migliaia di dati.

Lo scambio in tempo reale di blocchi di dati immutabili permette una migliore tracciabilità delle materie prime, assicura una maggiore affidabilità delle transazioni e apporta benefici al rapporto con partner e fornitori. Semplificazione della tracciabilità, trasparenza e accessibilità dei dati, affidabilità di gestione, ottimizzazione dei costi: le opportunità prospettabili paiono significative, ma affinché l’adozione operativa delle infrastrutture Blockchain si diffonda maggiormente sembrano necessarie azioni che promuovano in primo luogo la conoscenza della risorsa e delle sue possibili applicazioni.

L’OTTIMIZZAZIONE DEI PROCESSI LOGISTICI CON I KPI

L’ottimizzazione dei processi logistici con i KPI

Key Performance Indicators: cosa sono e quali vantaggi apportano

La strutturazione e l’analisi delle informazioni massive che le procedure del settore logistico generano conducono a vantaggi gestionali e organizzativi tangibili in termini di efficienza operativa, perfezionamento della customer experience e sviluppo di nuovi modelli di business. Interpretando i Big Data è possibile dare misura alle prestazioni di processi e funzioni, ricavando indicatori specifici di valutazione di performance.

I KPI sono variabili atte a misurare ed esaminare le attività aziendali in funzione degli obiettivi prefissati: l’individuazione dei Key Performance Indicators permette di valutare i risultati delle prestazioni della filiera, di precisare le azioni correttive prioritarie e di pianificare interventi strategici di miglioramento. Misurare le performance significa quindi quantificare l’efficacia e l’efficienza di ogni operazione, ai fini del raggiungimento della piena soddisfazione del cliente e dell’impiego ottimale delle risorse aziendali.

Esistono diversi KPI logistici, la cui utilità varia a seconda della funzione presa in esame e delle specificità aziendali: l’individuazione di indicatori non adeguati può generare visioni parziali e valutazioni incomplete. Una selezione significativa dei KPI può essere messa in atto considerando quattro famiglie:

  • Indicatori di costo: misurazione dei costi, dell’efficienza delle prestazioni e della produttività dei processi
  • Indicatori di qualità: misurazione della qualità degli output dei processi, in funzione delle attese del cliente
  • Indicatori di tempo: misurazione dei tempi di risposta dei processi e della flessibilità dei fornitori
  • Indicatori generali: misurazione del volume di attività

Affinché l’efficacia valutativa sia ottimale, le misure di performance devono caratterizzarsi come:

  • Semplici, brevi: i dati devono essere rilevabili e interpretabili facilmente
  • Misurabili: i dati devono essere rilevabili velocemente
  • Rilevanti, pertinenti: i dati devono essere significativi e correlabili a strategie specifiche
  • Confrontabili: i dati devono poter essere accostati a valori di riferimento
  • Elaborabili, flessibili: i dati devono essere facilmente trattabili con strumenti di analisi
  • Trasparenti: i dati devono essere condivisibili
  • Sistematici: i dati devono essere rilevabili periodicamente e facilmente aggiornabili in caso di esigenze improvvise

I KPI, ricavabili con gestionali aziendali quali i sistemi ERP, attraverso la misurazione dei flussi di lavoro e delle prestazioni consentono di tenere sotto controllo risorse e processi permettendo di intervenire tempestivamente sulle criticità individuate a favore di un miglioramento organizzativo. L’analisi dei KPI garantisce il monitoraggio costante delle modalità operative e direzionali e, in caso di necessità, di programmare azioni mirate alle massimizzazioni del sistema logistico e della sua redditività.

IL POTENZIALE DEI BIG DATA AL SERVIZIO DELLA LOGISTICA

Il potenziale dei Big Data al servizio della logistica

Quali vantaggi per la supply chain?

Abbiamo già trattato il tema dei Big Data nella logistica, soffermandoci in particolare sulle peculiarità dell’ampio bagaglio di informazioni estraibili dai processi organizzativi e gestionali che, strutturati e interpretati coerentemente, possono permettere all’impresa di migliorare l’intera supply chain e la redditività aziendale.

I vantaggi derivanti dall’utilizzo dei Big Data incidono sulla produttività aziendale e riguardano le diverse fasi operative della catena. In un trend report realizzato nel 2013, Big Data in Logistics, DHL sottolinea come quello della logistica sia un settore ottimale per l’adozione strategica delle informazioni digitalizzate, proprio perché atto a generare e raccogliere la vasta mole di dati correlati alle migliaia di consegne realizzate quotidianamente. La ricerca indentifica tre aree principali in relazione alle quali il valore dell’impiego dei Big Data emerge:

  • Efficienza operativa: le informazioni ricavate permettono di aumentare il grado di trasparenza, ottimizzare il consumo delle risorse, incrementare la qualità dei processi e delle prestazioni;
  • Customer Experience: le analisi dei dataset conducono a un incremento della fidelizzazione del cliente, a una targhettizzazione accurata, a un’ottimizzazione del servizio clienti;
  • Nuovi modelli business: i Big Data sono capitalizzabili sia con l’aumento degli introiti derivanti da prodotti esistenti che con la realizzazione di entrate da nuovi.

L’analisi dell’efficienza dei processi inbound e outbound con i Big Data portano a migliorare i processi di disposizione delle merci, i tempi di consegna, le operazioni di approvvigionamento, le manovre di intervento in caso di imprevisti quali guasti di macchinari o picchi improvvisi di domande. Le informazioni permettono di individuare le funzioni prioritarie in cui intervenire, integrare i processi della filiera, misurare le prestazioni in modo da comprendere pienamente l’esito delle strategie adottate e perfezionare le previsioni di vendita.

La crescita della logistica passa dalla customer experience e l’analisi delle informazioni consente di comprendere in modo esaustivo i target di riferimento, verificare la customer satisfaction e, conseguentemente, di programmare gli interventi necessari, pianificare performance orientate al cliente, anticipare le esigenze stesse degli acquirenti.

Essere competitivi in un mercato in continua metamorfosi esige la capacità di prevedere gli scenari futuri: per poter ipotizzare nuovi modelli organizzativi aziendali e nuove strategie di business saranno quindi determinanti l’adozione di sistemi informativi adeguati, l’attitudine all’interpretazione dei dati e la propensione a elaborare strategie in funzione della loro analisi.

I BIG DATA NELLA LOGISTICA

I BIG DATA NELLA LOGISTICA

Le caratteristiche dei Big Data e la loro diffusione

Nell’epoca della digital transformation il tema dell’impiego dei Big Data nell’apparato logistico e dell’apporto che possono fornire ai processi decisionali aziendali è sempre più rilevante. L’evoluzione delle tecnologie e l’aumento esponenziale delle fonti informative generano un volume massivo di informazioni: sistemi gestionali quali  l’ERP, tecnologie di geolocalizzazione, social media o ancora portali web producono e mettono a disposizione una mole di dati dal vasto potenziale per l’efficienza della supply chain.

L’ampia raccolta di informazioni strutturate e non provenienti dai diversi canali aziendali o ad essa esterni si contraddistinguono per alcuni parametri. Nel 2001 un articolo Doug Laney di Meta Group ne individuava tre:

  • Volume, per dimensione del dataset riconducibile alla grandezza di terabyte o petabyte
  • Velocità, per le tempistiche rapide con cui vengono generati
  • Varietà, per tipologia di dati in base a provenienza, formato, strutturazione

Oltre alle prime variabili, identificate come 3 V, successivamente sono state annoverate altre determinanti che concorrono a caratterizzare i flussi informativi, quali:

  • Variabilità, per il valore mutevole dell’informazione in relazione al contesto di provenienza
  • Viralità, per la velocità di produzione dei dati e di reazione ad essi
  • Veridicità, per affidabilità dei dati
  • Valore, per potenziale di apporto ai processi decisionali

Aurelio Ravarini dell’Università LIUC Carlo Cattaneo identifica i Big Data come un prodotto sociale e tecnologico generato da una parte dall’Internet of Everything, dato da Internet of Things e Internet of People, e dall’altra dagli strumenti di Analytics atti a sintetizzarli e interpretarli.

Per impiegare consapevolmente informazioni provenienti da fonti tanto differenti la scelta degli strumenti di digitalizzazione da adottare è focale: i software di data integration, data management e data analysis consentono di scremare, strutturare e comprendere il potenziale dei dati, garantendone un impiego proficuo nella ristrutturazione dei processi operativi e strategici. Secondo una ricerca condotta su 350 aziende italiane dall’Università LIUC Carlo Cattaneo, a fronte di un 40% di società che non ne ha ancora esperienza d’uso, il 17% ha già adottato le applicazioni necessarie per la gestione dei Big Data e il 43% ha avviato sperimentazioni e studi di fattibilità sul tema.

L’utilizzo dei Big Data esige anche un cambio di mentalità nell’approccio dei dati da parte dei professionisti del settore: la competitività di un’azienda dipenderà tanto dalla produttività quanto dalla capacità di manager, planner dei trasporti, ingegneri logistici e direttori IT e HR di prevedere scenari futuri in funzione delle analisi dei dataset.

I SISTEMI GESTIONALI ERP NELL’E-COMMERCE

I SISTEMI GESTIONALI ERP NELL’E-COMMERCE

Il mercato dell’e-commerce si prospetta fra i più dinamici nel panorama italiano e internazionale: secondo l’Osservatorio eCommerce B2C solo in Italia gli acquisti online sono cresciuti del 21% dal 2018 al 2019, raggiungendo i 18,1 miliardi di euro. Il settore logistico ne segue in parallelo lo sviluppo, applicando accorgimenti volti a definire modalità gestionali di sempre maggiore efficienza.

L’ottimizzazione direzionale e la piena soddisfazione del cliente esige la pianificazione di ogni fase dell’attività e la considerazione di molteplici variabili:

  • Prezzo di vendita
  • Comportamento dei competitor
  • Andamento del mercato
  • Peculiarità del prodotto
  • Abitudini e scelte del cliente

Il controllo e l’analisi sinergica di tutte le informazioni hanno un’incidenza determinante sull’efficacia delle strategie messe in campo. In quest’ottica operano i sistemi informativi gestionali ERP, Enterprise Resource Planning, che permettono di coordinare l’operato e centralizzare i dati di ogni area aziendale attraverso una banca dati comune.

Punto di forza della risorsa: le informazioni provenienti dai processi di business informatizzati, così come quelle ricavate direttamente dai dispositivi connessi, si integrano automaticamente andando a generare un database aggiornabile in tempo reale.

L’Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet, constatando l’aumento di budget che le imprese italiane riservano alle ICT, colloca i sistemi ERP tra le applicazioni

software business di maggiore investimento: secondo la ricerca dell’International Data Corporation la crescita su base annua delle piattaforme ERP e CRM in cloud si attesta al 21%.

Considerare le funzioni decisive dell’attività di e-commerce operando in un contesto uniforme garantisce molteplici benefici:

  • Controllo dei flussi economici, con maggiore incidenza nell’individuazione degli sprechi
  • Precisione nel calcolo del margine effettivo e dei costi di magazzino
  • Gestione rapida e puntuale delle scorte
  • Aggiornamento automatico degli ordini dei clienti e delle entrate
  • Analisi dei canali distributivi per tipologia di prodotto
  • Automatizzazione del tracciamento delle spedizioni e invio notifiche

L’interpretazione e l’analisi della totalità dei dati aggregati provenienti dalle aree di vendita e acquisto, magazzino e spedizione, contabilità e gestione finanziaria, permette di pianificare l’intera filiera con maggiore consapevolezza. Dal rifornimento dei materiali alla distribuzione: ogni area, in correlazione con le altre, renderà evidenti informazioni preziose per la previsione in termini di business generando una maggiore semplicità ed economicità gestionale, un miglioramento della velocità di elaborazione dati, un orientamento efficace alla customer experience, un impiego più proficuo del tempo risparmiato con l’automazione dei processi.

Logistica ecommerce e customer experience

LA LOGISTICA E L’E-COMMERCE: FOCUS SULLA CUSTOMER EXPERIENCE

DALLA CUSTOMER EXPERIENCE ALL' ADOZIONE DI SOLUZIONI TECNOLOGICHE INNOVATIVE

Abbiamo già trattato il tema del boom del mercato e-commerce in Europa e di come il futuro e l’espansione del comparto logistico ne siano correlati. Lo scenario prospettato risulta coerente con quanto in atto anche in Italia.
Sebbene gli italiani si attestano ancora lontano dal podio per utilizzo dei servizi di vendita on line e il divario tra il nostro paese e le altre nazioni europee resti ancora ampio, la percentuale di chi sceglie di acquistare prodotti attraverso l’e-commerce è in costante crescita. Il report europeo 2019 di Postnord indica che il 78% degli italiani acquista on-line, contro una percentuale del 68% nel 2018.
Complici la sempre maggiore accessibilità alla rete, la diffusione capillare degli smartphone e l’attrazione esercitata dalla promessa di convenienza economica esibita on-line l’acquisto digitale attrae sempre di più gli e-shopper italiani, che rispetto al 2014 sono cresciuti del 60%. Nel corso dell’ultimo anno è l’ambito del fashion a regnare tra le scelte merceologiche d’acquisto degli italiani, sbaragliando il primato dell’elettronica:
- il 57% ha acquistato abbigliamento e accessori;
- il 54% ha acquistato prodotti elettronici;
- il 47% ha acquistato libri

Il trend di crescita è indice di fiducia da parte dei consumatori e di maturità del mercato, ma sottintende anche il funzionamento esemplare dell’apparato logistico, attore strategico per il successo di un’attività di e-commerce. La rapidità della consegna e l’impeccabilità della movimentazione sia in uscita che di reverse logistics sono essenziali, ma agli occhi dei consumatori appare ancor più determinante avere libertà di scelta sulle modalità e tempistiche di consegna.
La possibilità di selezionare il giorno e l’orario d’arrivo dei prodotti acquistati è ciò che più preme agli e-shopper italiani. A seguire si collocano la scelta del luogo di consegna e la velocità di arrivo. Attraverso il suo comportamento il consumatore premia chi è il grado di offrire un servizio di logistica flessibile, confezionato sulle sue esigenze.
L’attenzione alla customer experience è determinante nella crescita della logistica e del mercato e-commerce ed è strettamente correlata alla proattività del fornitore del servizio, alla frequenza di consegna e all’adozione di soluzioni tecnologiche innovative quali chat, analitycs, visibility.

DA PROCESSO MANUALE A SEMPRE PIÙ AUTOMATIZZATO

IL PICKERAGGIO, PER UNA GESTIONE PIÙ EFFICIENTE ED EFFICACE DELLA MOVIMENTAZIONE DI MERCE

Il Picking è l’operazione attraverso la quale si procede al carico o al prelievo di colli, prodotti o altre unità.
In un normale centro logistico tale operazione può configurarsi come l’attività più costosa, rappresentando più del 50% dei costi operativi complessivi (De Koster et al, 2007 e Tompkins et. Al, 2010, in Maino, 2015)
Generalmente e tradizionalmente distinto in due categorie principali, il picking manuale e il picking automatico, si tende ora a distinguere le procedure caratterizzate dal movimento dell’operatore verso la merce alle procedure in cui è invece la merce a spostarsi verso l’operatore.
Ed ovviamente è proprio questa seconda categoria ad essere sempre più oggetto di attenzione oltre che quella a cui sempre più si tende a convergere. Una riduzione degli spostamenti dell’operatore nel magazzino in vista non solo della riduzione dei tempi, ma anche nell’ottica di una netta diminuzione degli errori: questi i principali vantaggi, che si uniscono anche a un conseguente aumento della produttività e alla possibilità di essere multitasking, derivanti dal fatto che l’operatore può dedicarsi alla gestione della movimentazione della merce contestualmente allo spostamento della merce verso l’operatore stesso.
E se fino a qualche anno fa, al picking automatico si faceva riferimento in particolare focalizzandosi sul tipo di strumento o supporto in aiuto dell’operatore nella gestione della procedura di prelievo della merce come ad esempio, nel caso del voice picking, a una cuffia con microfono, ad oggi non implica più solo l’acquisto di uno strumento ma anche una strutturazione differente dell’intero magazzino logistico.

Tra gli strumenti più recenti, infatti, si annoverano i dispenser che scaricano la merce su un nastro trasportatore o i robot pallettizzatori, ma anche i magazzini a piani traslanti, i magazzini rotanti orizzontali o verticali, i magazzini con elevatori (sorter), i traslatori abbinati a baie di picking performanti, ecc. Tutte innovazioni che richiedono un’idea ben precisa di quel che si vuole ottenere dal processo di automatizzazione stesso.
La scelta della soluzione migliore condiziona produttività ed efficienza e può divenire altamente strategica nel processo di gestione della logistica.
Secondo il Professor Carlo Rafele del Politecnico di Torino, la progettazione della fase di picking dipende da diversi parametri, tra i quali le caratteristiche fisiche dei materiali da prelevare (dimensione, peso, ecc), il numero di voci sottoposte a picking e la composizione e il numero degli ordini spediti giornalmente. Le migliori decisioni devono necessariamente andare di pari passo con il tentativo di ridurre il più possibile le attività di prelievo e i tempi ad esse dedicati, il raggruppamento delle operazioni se fanno riferimento ad un unico articolo, l’individuazione e valutazione di tutte le possibilità presenti nel mondo logistico, con un occhio di riguardo per le soluzioni più innovative volte a migliorare l’identificazione, il prelievo, il confezionamento e l’imballo, ma soprattutto la considerazione del picking come parte di un più ampio processo in cui ogni tassello deve essere strettamente integrato.